Cosa Facciamo

Tutela dei diritti


La nostra Associazione è impegnata da molti anni nella difesa e nella tutela dei diritti delle persone con disabilità e non autosufficienti e delle loro famiglie. Ci impegniamo quotidianamente affinché le norme e le leggi vigenti in tema di disabilità vengano correttamente applicate e non esitiamo, ogniqualvolta ne emerge l’esigenza, a fare le giuste e necessarie battaglie per modificare o richiedere l’introduzione di nuove leggi, norme o prassi. Gli esperti del GAD hanno raggiunto un elevato grado di competenza, che mettono gratuitamente a disposizione di tutti coloro che ne hanno bisogno.

 Lo Sportello di accoglienza e ascolto


È il luogo fisico e il tempo dedicato all’ascolto delle persone che per varie ragioni si trovano in difficoltà nella gestione di una situazione di disabilità. All’accoglienza e all’ascolto segue la consulenza, che ha lo scopo di indicare la strada più corretta per risolvere i problemi specifici che le persone incontrano. Si rivolgono allo Sportello famigliari di persone con disabilità, di malati affetti da patologie di salute mentale e di anziani malati cronici e non autosufficienti.
  • Le principali problematiche per le quali si chiede l’intervento degli esperti del GAD sono:
  • le difficoltà per il pagamento delle rette di ricovero in strutture residenziali o semiresidenziali.
  • La richiesta di compartecipazione ai costi dei servizi in modo difforme da quanto previsto dalle norme in vigore. 
  • Le dimissioni ospedaliere non protette e quindi senza una corretta presa in carico territoriale per la continuità di cura.
  • La mancanza di progetti integrati tra servizi sanitari e sociali e di un referente unico per la famiglia (case manager). 
  • Diritto allo studio e ai servizi previsti nei Progetti Educativi Individualizzati (PEI)
  • Necessità di accedere alla consulenza legale da parte di un avvocato esperto in materia.

Lo Sportello offre gratuitamente i propri servizi, che consistono nell’analisi e valutazione della situazione specifica, nell’individuazione delle azioni da intraprendere, nel supporto e affiancamento negli incontri con i diversi referenti istituzionali coinvolti nella gestione del caso e, quando necessatria, nella consulenza legale.
Lo Sportello offre anche una risposta ai bisogni formativi per i volontari e per i cittadini interessati ai temi della disabilità e non autosufficienza, con particolare riguardo ai diritti e alle buone prassi finalizzate a migliorare la qualità di vita delle persone fragili e dei loro famigliari.
Per informazioni sui servizi e sugli orari dello Sportello puoi chiamare Lidia Ciriello al numero 347-0603256

Archivio di leggi e sentenze


La conoscenza delle leggi esistenti e delle sentenze in materia di disabilità è il primo passo per richiedere e ottenere il giusto supporto e sostegno nelle diverse situazioni di fragilità. A questo proposito abbiamo selezionato il sito dell’Associazione M.T.D. a cui vi rimandiamo, per ulteriori approfondimenti, attraverso il link https://www.mtdonlus.org/home/index.php/archivio-sentenze

Cultura e pratica dell'inclusione


Ogni volta che una persona resta esclusa, la società si allontana dal suo scopo e dalla sua ragion d’essere. Il nostro impegno quotidiano è “dire” e praticare l’apertura e l’accoglienza verso l’altro, indipendentemente che sia come noi o diverso da noi.



Vogliamo favorire l’inclusione, mettendoci al servizio dei processi dell’inclusione nei contesti reali affinché nessuno venga più lasciato da solo, al di fuori.



La scelta di lavorare per l’inclusione è preceduta dalla scelta di includersi, di appartenere a una comunità, e per fare ciò si sceglie di mettersi in discussione, di ripercorre e raccontare la propria storia, di rielaborare le proprie emozioni e vissuti.


Nella nostra costante ricerca di alleati e di supporti scientifici e metodologici per perseguire l’inclusione, abbiamo incontrato diversi anni fa la Metodologia Pedagogia dei Genitori diventandone poi un mezzo di divulgazione e sperimentazione.

Metodologia Pedagogia dei genitori
Patto educativo Scuola Famiglia


La Metodologia Pedagogia dei Genitori, valorizzazione delle competenze e delle conoscenze educative della famiglia, nasce a Torino in seguito ad attività che sottolineano il protagonismo delle famiglie che si impegnano a condividere l’educazione dei figli in una dinamica di reciprocità.

La fecondità del protagonismo dei genitori, come educatori e primi conoscitori dei loro figli, fa sì che siano utilizzati come formatori in ambito sociale, sanitario e scolastico a partire dagli anni '90, periodo in cui sono stati formalizzati i principi scientifici della Metodologia Pedagogia dei Genitori.

 Questo metodo si diffonde a livello nazionale e internazionale, contribuendo alla formazione dei professionisti che si occupano di rapporti umani: insegnanti, educatori, medici, giudici, assistenti sociali, ecc. 

Istituzioni scolastiche, ASL, Enti Locali adottano la Metodologia Pedagogia dei Genitori per l’aggiornamento dei propri operatori e per iniziative di aggregazione sociale, basate sul riconoscimento delle competenze e delle conoscenze educative dei genitori.

 Dal 2001 al 2004, Pedagogia dei Genitori diventa Progetto europeo, inserito nel programma di educazione permanente Socrates Grundtvig 2, al quale partecipano Associazioni di genitori italiani, francesi e scozzesi. Dal 2007 al 2009 la Comunità Europea approva il Progetto Dalla parte delle famiglie-Pedagogia dei Genitori con la partnership di Francia, Grecia e Italia. 

 La Metodologia Pedagogia dei Genitori sottolinea che: la famiglia è componente essenziale e insostituibile dell’educazione. Spesso le viene attribuito un ruolo debole e passivo che induce alla delega ai cosiddetti esperti. La famiglia possiede risorse e competenze che devono essere riconosciute dalle altre agenzie educative.

La Metodologia evidenzia la dignità dell’azione pedagogica dei genitori come esperti educativi, mediante iniziative mirate a promuovere la conoscenza e la diffusione di Pedagogia dei Genitori. Si realizza mediante le seguenti azioni.
  • Raccolta, pubblicazione e diffusione delle narrazioni dei percorsi educativi dei genitori.
  • Formazione da parte dei genitori degli esperti e dei professionisti che si occupano di rapporti umani (insegnanti, medici, educatori, giudici, assistenti sociali, ecc.).
  • Presentazione dei principi scientifici riguardanti Pedagogia dei Genitori tramite ricerche, studi, convegni e seminari.
Pedagogia dei Genitori si esprime attraverso diverse forme.
 
La pedagogia della responsabilità: la famiglia adempie ai compiti dell’educazione e ne risponde al mondo.
La pedagogia dell’identità: l’amore dei genitori fa sviluppare una consapevolezza che permette alla persona di riconoscersi.
La pedagogia della speranza: la speranza dei genitori è l’anima del progetto di vita, del pensami adulto.
La pedagogia della fiducia: la fiducia della famiglia fa nascere e sostiene le potenzialità del figlio. 
La pedagogia della crescita: i genitori sono attori e testimoni del percorso di sviluppo del figlio.
Pedagogia dei Genitori propone il Patto educativo scuola, famiglia, sanità, Ente Locale in cui i genitori assumono un ruolo attivo grazie al riconoscimento delle loro competenze. Nasce dai genitori con figli con disabilità che, a fronte delle diagnosi che classificano il figlio indicando i problemi, e quello che non sono in grado di fare, ne promuovono la personalità indicando potenzialità e capacità.

La Metodologia si realizza tramite Strumenti operativi
  • "Con i nostri occhi". La presentazione del figlio da parte dei genitori che, con l'ausilio di foto, indicano le caratteristiche positive, le capacità, le cose che piacciono, come comunica, come riesce a superare le difficoltà. Questa presentazione viene effettuata anche da parte dei familiari nei confronti dei loro anziani come momento di sensibilizzazione e informazione degli esperti che si occupano di loro.
  • Gruppo di narrazione. Le narrazioni dei genitori e dei familiari vengono raccolte in un gruppo di condivisione cui partecipano le famiglie e gli esperti che intervengono come genitori o come figli. I racconti partono da argomenti di carattere positivo e generativo, tutti sono invitati a intervenire. Ci si siede in cerchio si parla a turno secondo il posto occupato senza esser interrotti. Quando uno interviene tutti ascoltano, non si fa dibattito, non si danno consigli. Ognuno dice solo quello che desidera gli altri sappiano. È una forma di comunicazione sociale, non è un gruppo di mutuo auto aiuto, non vi sono conduttori, ma persone che si rendono responsabili del buon funzionamento del gruppo. Le narrazioni riguardanti i figli o i congiunti vengono scritte e, col parere degli autori, vengono raccolte e pubblicate.
  • Accoglienza/Continuità. Le presentazioni dei genitori e dei familiari possono diventare strumento di accoglienza nei primi momenti in cui i figli o i congiunti entrano a scuola o in una struttura. A livello scolastico le presentazioni dei figli, arricchite dai momenti crescita, possono esser utilizzate come continuità da un ordine di scuola all'altro.
  • La legalità inizia in famiglia, continua nella scuola e si estende a livello sociale. I genitori mettono in comune le regole date ai figli, le collegano a quelle della scuola, assieme ai docenti le presentano alla classe. Un esponente dell'Ente locale presenta le regole sociali riguardanti i minori che si rendono conto di vivere in una comunità ordinata, promossa dagli adulti di riferimento. 
  • Orientamento come educazione alla scelta. Partendo da un gruppo di narrazione sui loro percorsi scolastici e lavorativi i genitori li presentano alle classi. Il percorso è inserito in un progetto attuato dalla scuola in cui i figli alunni restituiscono ai genitori le loro emozioni.
  • Comunicazione visiva. La Metodologia è attenta alla comunicazione sociale rappresentata dai media. Valorizza prodotti massmediatici di qualità che mettono in luce i valori della genitorialità e promuove una cultura dell'integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità. Sottolinea l'importanza di pubblicizzare adeguatamente il valore dell'inclusione per il miglioramento della qualità della vita di tutti.  
Le linee guida e le basi epistemologiche della Metodologia Pedagogia dei Genitori sono contenute nel saggio:
A. Moletto R. Zucchi, La Metodologia Pedagogia dei Genitori. Valorizzare il sapere dell’esperienza. Maggioli editore, 2013.
  • www.pedagogiadeigenitori.info
  • alagon@fastwebnet.it

Metodologie Complementari


Uno degli scopi principali del GAD è il miglioramento della qualità di vita delle persone fragili e delle loro famiglie e proprio in questa direzione va il recente progetto elaborato dall’Associazione con il coordinamento della Dottoressa Isabella Miccolis in qualità di referente scientifico, denominato “Rieducazione con le Metodologie Complementari”, che si prefigge l’obiettivo di organizzare ed erogare servizi in grado di favorire il benessere psicofisico delle persone con disabilità. 


Il progetto prevede l’adozione di alcune delle principali pratiche appartenenti alle Metodologie complementari per farle diventare oggetto di vere e proprie sessioni “rieducative” che si vuole erogare sia all’interno dei CDD (Centro Diurno per persone con disabilità) a favore delle persone che li frequentano sia nei diversi quartieri del territorio, offrendo l’opportunità di partecipazione alle persone più fragili e alle loro famiglie.


Questa nuova iniziativa prevede il coinvolgimento di diversi attori. Innanzitutto, il GAD ha il ruolo di mettere a punto il progetto, di definire l’assetto organizzativo e coordinare a regime le diverse attività. Il referente scientifico supervisiona la progettazione ed erogazione dei diversi interventi rieducativi al fine di garantire la corretta applicazione delle diverse metodologie complementari prese in considerazione. I volontari del GAD offrono il loro supporto nelle diverse fasi di realizzazione del progetto. Gli operatori sono i professionisti incaricati di gestire le vere e proprie sessioni di rieducazione.

La Musicoterapia


Una delle pratiche appartenenti alle Metodologie Complementari che la nostra Associazione ha selezionato per organizzare interventi rieducativi per le persone con disabilità è la Musicoterapia. Si tratta di un’arte terapia che ha come obiettivo quello di instaurare un dialogo e permettere l’espressione del singolo con all’utilizzo del suono come mezzo di comunicazione e quindi di strumenti musicali, della vocalità e dell’ascolto.

È stata riconosciuta come disciplina scientifica intorno al ‘700 con la scrittura del primo trattato di musicoterapia e si pone l’obiettivo di migliorare la qualità di vita delle persone che la praticano.

Lo Yoga della risata


Altra pratica che possiamo ricondurre alle Metodologie complementari e che il GAD vuole offrire alle persone più fragili e alle loro famiglie per favorire il moro benessere è lo Yoga della risata.

Lo Yoga della Risata è una pratica unica e rivoluzionaria che combina la risata incondizionata con la respirazione yogica (Pranayama).

Tutti possono ridere senza il bisogno di barzellette. Infatti all'inizio la risata viene stimolata come se si trattasse di un esercizio fisico, mentre si tiene il contatto fisico con gli altri componenti del gruppo e si incoraggia la giocosità. Nella maggior parte dei casi, si arriva naturalmente ad una risata naturale e contagiosa. La scienza ha dimostrato che il corpo non distingue tra risata finta e risata vera. Lo Yoga della Risata è la sola tecnica che consente agli adulti di produrre una risata potente e prolungata senza il bisogno di coinvolgere le abilità cognitive. Letteralmente ignora il sistema intellettuale che di norma agisce come un freno alla risata naturale.

La parola "Yoga" proviene dalla radice sanscrita "Yuj" che significa UNIONE, INTEGRAZIONE e ARMONIA.
L'idea dello Yoga della Risata nasce dal medico indiano Madan Kataria, supportato da sua moglie, Madhuri Kataria, insegnante di yoga. Dal 1995 ad oggi si contano migliaia di Club della Risata in oltre 100 paesi.
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